FMP BAR

Accattivante, frizzante, e nuova di zecca. È una Lega B 10 e lode, dieci come le squadre partecipanti che promettono una battaglia senza esclusioni di colpi. Una formula nuova per rendere più avvincente il torneo attraverso 27 giornate da giocare senza un attimo di respiro. Tutte le squadre sullo stesso piano, o quasi, un solo obiettivo stagionale: la promozione. Si gioca per vincere, sempre e comunque, in quello che è considerato l’inferno dei delusi, non c’è un solo tecnico infatti, che non abbia dentro di sé il sacro fuoco della rivalsa. Si parte dal deluso numero uno, quel DIEGOL affossato allo spareggio e quindi con il dente ultra-avvelenato. Ha scelto Gelsenkirken, che non è certo Parigi, per la rinascita completa e per far vedere a tutti che non è certo inferiore al suo predecessore Supersimo, collega amico/nemico. Panchina pesante anche per ELVIS, mister navigato e oltremodo esperto, aplomb alla Liedholm che fa a cazzotti con lo stile british dello Stoke City, ma voglia inaudita di scappare dall’inferno. Tra i reietti è finito pure SQUOTTER, le fantasie brasiliane sono un lontano ricordo e quell’ultimo posto rimediato nella passata stagione nella massima serie, brucia come un marchio a fuoco indelebile sulla pelle. Il calore della torcida greca dell’Olympiakos potrebbe essere la benzina giusta per un allenatore passionale come lui. Fedele alla linea è invece GABRIELE, l’unico mister in grado di strappare la riconferma dai baschi dell’Athletic Bilbao, ci sarà pure un perché. La flessione finale e la sconfitta rimediata ai play-off non hanno pregiudicato la riconferma del mister e a guidare l’attacco dei baschi ci sarà ancora lui, Llorente, il più pericoloso attaccante della serie FMP. C’è chi gioca partite a scacchi e chi le gioca a scatti, è il caso di FOXTRONE, allenatore un po’ naif, ma con le idee chiare quando ha scelto il Galatasaray per la consacrazione definitiva. Rimonta da urlo con il Panathinaikos nella passata stagione, dopo che aveva sbattuto la porta in faccia alla dirigenza urlando: “basta, me ne vado”. È stato di parola, ma solo dopo aver conquistato i play-off (persi poi malamente). L’alternanza di risultato, e di linea internet, è una sua prerogativa. Partito forte con i lanceri dell’Ajax, ha subito un brusco calo finale che ha pregiudicato la sua reputazione nel campionato appena trascorso. Eppure BRUNOTO è un ottimo allenatore che certamente vanta un credito importante nei confronti della dea bendata. Ha scelto gli Hammers, prima ancora che la società avesse ultimato la campagna acquisti. Scelta di pancia, come si dice in gergo, chissà se verrà premiato alla guida del West Ham. In Inghilterra finisce anche LOREFALCONS, tecnico indecifrabile per antonomasia. Difficile interpretare il suo credo tattico, che a volte resta un mistero anche per i giocatori delle squadre che allena. Dice di conoscere il Newcastle come le sue tasche, i Magpies sono così pronti a lanciare l’assalto, cercando in primis una certa continuità di rendimento. Torna a casa SKEGGIA che senza mezzi termini mantiene la promessa e si siede nuovamente sulla panchina del Besiktas. I turchi hanno grinta e agonismo, ma sorpattutto una difesa migliore rispetto a quella del Palermo. È l’allenatore delle mille amichevoli, i suoi sperimenti fanno già impazzire i tifosi del Grifone, LINO si accasa a Genova per dimenticare le delusioni vissute alle guida del PSV Eindhoven. Pur di allenare gli olandesi ne fece una questione di vita o di morte, questa volta ha scelto un investitura più soft per il Genoa, anche se qualche proclama altisonante è già stato proferito. Attenzione anche all’Hoffenheim, possibile sorpresa del torneo, una squadra ricca di individualità, adatta per il calcio fisico di SVIDE, al secolo Nobody. È l’ultima squadra proposta dal lotto della Serie B, ma siamo sicuri che non è l’Anderlecht, e che l’allenatore guascone ha capito la lezione.